LEAL contro la proposta della Provincia di Trento: “No ai fuoristrada dei cacciatori sui sentieri di montagna”

LEAL contro la proposta della Provincia di Trento: “No ai fuoristrada dei cacciatori sui sentieri di montagna”

La Lega Antivivisezionista LEAL ha espresso forte preoccupazione e netta contrarietà alla proposta presentata in Terza Commissione della Provincia Autonoma di Trento dalla consigliera Vanessa Masè (La Civica), che mira a consentire ai cacciatori il transito con veicoli a motore sui sentieri di montagna. Secondo quanto illustrato, la misura sarebbe volta a garantire una maggiore sicurezza per chi pratica la caccia, in particolare nei confronti di possibili attacchi da parte di grandi carnivori come l’orso. Per LEAL, tuttavia, si tratta di una proposta pericolosa e dannosa, che rischia di mettere in serio pericolo l’ambiente montano e la biodiversità locale.

LEAL: “La montagna non è un parcheggio”

In un comunicato ufficiale, l’associazione denuncia che l’introduzione dei veicoli motorizzati sui sentieri pedonali aprirebbe la strada a un aumento dello sfruttamento e del disturbo degli habitat naturali. I sentieri di montagna – sottolinea LEAL – sono corridoi ecologici vitali, fondamentali per la fauna selvatica e la conservazione delle specie protette. Il passaggio dei fuoristrada, invece, provocherebbe erosione del terreno, degrado della vegetazione e inquinamento acustico, con gravi ripercussioni sugli ecosistemi e sul comportamento degli animali.

Ironia e denuncia: “Un safari motorizzato tra gli orsi?”

Con toni critici, LEAL si chiede se la prossima proposta sarà quella di fornire ai cacciatori autisti o guardie del corpo armate, trasformando i boschi trentini in una sorta di “safari motorizzato”. Il presidente Gian Marco Prampolini commenta duramente: “È sorprendente che nel 2025 si presenti una proposta che, anziché proteggere ambiente e fauna, spalanchi le porte a veicoli a motore su sentieri alpini, aggravando i danni generati dalla caccia stessa. La montagna non è un parcheggio né un luogo da sfruttare per facilitare le attività venatorie a discapito della biodiversità e della sicurezza di tutte le specie che la abitano”.

La caccia come fattore di squilibrio ambientale

Nel comunicato, LEAL ricorda che la caccia è già di per sé una causa di squilibrio ecologico, alterando la struttura delle popolazioni animali e minacciando la sostenibilità degli ecosistemi montani. La pressione venatoria, infatti, contribuisce alla riduzione della fauna selvatica e alla frammentazione degli habitat naturali, rendendo ancora più fragile l’equilibrio ambientale.

Appello alle istituzioni: “Proteggete la montagna, non chi la sfrutta”

L’associazione invita le autorità provinciali a respingere con decisione la proposta, chiedendo di puntare su modelli di gestione sostenibili e su politiche che valorizzino la conservazione del patrimonio naturale. “È necessario – conclude LEAL – promuovere modalità di fruizione compatibili con la natura, che tutelino davvero la montagna e la sua fauna, evitando interventi che ne compromettano il delicato equilibrio”.

Un impegno per la tutela del territorio

LEAL ribadisce il proprio impegno nella difesa dell’ambiente e degli animali, opponendosi a ogni provvedimento che possa favorire lo sfruttamento dei territori montani o aumentare la pressione antropica su ecosistemi già vulnerabili. L’associazione continuerà a monitorare l’iter della proposta in Commissione e a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi che essa comporterebbe per la natura trentina e l’intera biodiversità alpina.

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